25 Aprile 2024
Non è mai uguale o fine a se stessa la celebrazione del XXV Aprile. La festa della liberazione e le riflessioni che sollecita, rinnova di volta i sentimenti e le emozioni più intense legate all’orgoglio di vivere in un Paese ove la democrazia e l’uguaglianza sono state conquistate con il sacrificio ed il sangue di chi ha combattuto e sconfitto l’oppressore nazifascista. La ‘resistenza’ di allora deve essere la consapevolezza e l’impegno di oggi ad attuare i valori costituzionali, come testimoniato stamattina al Salone degli Stemmi. Lo slogan di giornata – ‘Facciamo Costituzione’ – ha trovato pieno compimento grazie alla appassionata ‘lezione’ della prof.ssa Annarita Durantini, la cui carrellata sui principi fondamentali ne ha esaltato l’autenticità del dna. «A differenza di altri Paesi come la Germania o il Giappone, le forze alleate ci lasciarono la possibilità di scrivere una Carta completamente nostra, frutto di elezioni per la prima volta a suffragio universale e di un’assemblea costituente che rifletteva le istanze di tutti i movimenti e partiti che parteciparono alla Liberazione in un clima di vera rinascita. Una Costituzione lunga, programmatica,dai profondi contenuti che definisce il cittadino in quanto lavoratore, attribuendo la sovranità al popolo nel rispetto dei diritti e doveri di uno Stato sociale che deve rimuovere gli ostacoli ad una effettiva parità», ha detto l’ex preside invitando i giovani a «farla propria». Altrettanto accorata l’introduzione del vice-sindaco Romina Calvani che ha rimarcato la necessità di eliminare le differenze affinchè tutti godano le libertà decantate dall’articolo 3, del presidente del Consiglio Comunale Lara Piatanesi che ha ricordato il ruolo e le violenze efferate subite dalle donne nella Resistenza, della presidente della locale sezione Anpi Elisa Bacchiocchi, che ha ribadito il significato di una festa inclusiva che in clima di decompressione dei valori e di solitudine sociale permette di porre l’attenzione sulla Carta che fornisce le regole fondamentali del vivere comune.
L’esibizione degli studenti dell’I.C. Soprani e dell’I.C. Mazzini ha reso ancor più forte il grido di “ripudio” della guerra declamato dall’art. 11, termine mirabilmente scelto da Meuccio Ruini a significare la condanna etica e morale di ogni strumento di offesa.
La deposizione delle corona d’alloro al cippo dei fratelli Brancondi e nell’atrio comunale accompagnata dal Complesso Filarmonico fidardense ha poi completato la cerimonia con l’omaggio ai caduti.
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Comune di Castelfidardo