La Selva di Castelfidardo, sita in località Monte Oro, rappresenta un patrimonio naturale unico in Europa. Questo perchè, rispetto agli altri ecosistemi, possiede notevoli particolarità.
Ricopre il versante nord del colle di Monte Oro dalla quota 15 metri salendo fino alla sommità a quota 120 slm. è caratterizzata da un particolare microclima caldo ed arido nella zona sommitale, più fresco ed umido nella zona inferiore con conseguenti diversità biologiche.
La Selva è un bosco di caducifoglie sub-mediterranee con alcune impronte di mesofilia dove è possibile delineare almeno cinque orizzonti o strati: arboreo, arbustivo, erbaceo muscinale e lianoso e che presenta, inoltre, delle particolari cenosi come il Rubio-Carpinetum.
Questi caratteri ne fanno un bosco “relitto” del tardo Olocene, con un alto grado di evoluzione e complessità.
Nei secoli passati si procedeva alla ceduazione: il legname veniva utilizzato dalle comunità limitrofe per la costruzione di case, attrezzature, carri e navi ed anche per fare carbone (tracce di carbonaie sono ancora individuabili nel bosco). Offriva inoltre risorse alimentari quali bacche, miele, funghi, erbe medicinali e la possibilità di cacciare.
La Selva e l’area circostante furono teatro dello scontro tra Piemontesi e Pontifici del 18 settembre 1860.
Oggi è area floristica protetta ai sensi della Legge Regionale 52 del 1974; sito di interesse naturale per la Comunità Europea inserito nel progetto bio-Italy (Area SIC; è classificata dalla Legge n. 1497 come “Bellezza naturale delle Marche”; è inserita nel catalogo delle emergenze botaniche regionali.
è possibile visitare il bosco percorrendo sentieri tra cui spicca la “via di mezzo”, via principale per cui passavano carri e carrozze.
Una ricca lettiera di foglie morte e copiosi detriti vegetali, vengono trasformati da funghi e batteri (bioriduttori) in una risorsa di humus che garantisce il nutrimento alla vegetazione.
Tra le varie specie presenti, tre tipi di carpino (bianco, nero, orientale), querce (cerro, roverella, farnia) orniello,acero campestre, nocciolo, sorbo, alloro. Troviamo anche stracciabrache o edera spinosa, robbia selvatica, caprifoglio, asparago. Tra le fioriture memorali più vistose orchidee, ciclamini, pervinca e primule. Pressoché ubiquitaria la presenza del pungitopo.
Si possono notare anche molte “acquesantiere” cioè cavità di tronchi che raccolgono acqua piovana offrendo una fonte preziosa di abbeveramento alla fauna del bosco: volpe, tasso, moscardino, faina, quercino, donnola.
Numerosissimi i rappresentanti dell’avi-fauna, mentre tra i rettili si possono incontrare il biacco e l’elegante colubro di Esculapio. Tra i sauri, oltre ai vari tipi di lucertola, la Selva rappresenta la dimora del raro orbettino.
I numeri della Selva
Il patrimonio floristico della Selva è composto da circa 750 entità vegetali,mentre le specie vascolari sono state catalogate in 400 diverse entità. È un patrimonio unico a livello nazionale. Numerose piante vascolari di grande significato biogeografico sopravvivono associate e si riproducono nella Selva come in pochi altri lembi di territorio italiano.
Dal punto di vista litologico l’area è caratterizzata da sedimenti alluvionali per lo più olocenici nell’area pianeggiante, depositi pleistocenici antichi formati da argille marnososabbiose alla base dei rilievi, depositi pleistocenici recenti per lo più sabbiosi nella parte alta. Il paesaggio che circonda la selva è quasi completamente antropizzato.
Attualmente l’area ha continuato inesorabilmente a diminuire di superficie riducendosi a circa 52 ettari.
Curiosità
Tra gli episodi più significativi che hanno coinvolto il bosco, vanno annoverate le ripetute richieste di legname (sempre accolte malvolentieri dai fidardensi) da parte dei funzionari pontifici per l’allestimento di flotte o la costruzione ed il restauro della Basilica di Loreto. Furono proprio gli amministratori della Santa Casa, con successivi acquisti di 314 ettari e conseguenti disboscamenti, a causare la progressiva riduzione della Selva tra il 1500 ed il 1700. Nel 1579, poiché il rigoglioso bosco costituiva un nascondiglio ideale per i briganti, il Governatore di Loreto ne decretò la distruzione che venne evitata per le forti proteste dei fidardensi.
Per visite guidate al bosco è possibile rivolgersi al servizio guide della Fondazione Ferretti: per informazioni e prenotazioni tel. 071/780156 email info@fondazioneferretti.org
Galleria Fotografica
Comune di Castelfidardo