22 Febbraio 2012
L’Italia sono anch’io è un ordine del giorno sottoposto all’attenzione del civico consesso lo scorso 16 febbraio, ma anche una campagna lanciata a livello nazionale per il conferimento della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia. Un tema su cui la realtà locale non legifera, ma può porsi come riferimento culturale per suscitare una sensibilizzazione della popolazione. Seguendo la volontà scaturita dopo l’ampia discussione, ecco il testo proposto dal gruppo P.D. alla cui divulgazione e promozione si è impegnato l’intero Consiglio.
Le persone di origine straniera che vivono in Italia sono oggi circa cinque milioni (stima dossier Caritas italiana fondazione Migrantes al 1° gennaio 2010), pari all’8% della popolazione totale. Di questi circa il 20% sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Nati in gran parte in questo Paese, solo al compimento della maggiore età si vedono riconosciuto il diritto a chiederne la cittadinanza. Il luogo di provenienza dei loro genitori è lontano, spesso non ci sono mai stati. A loro, alle loro famiglie, vengono per lo più frapposte soltanto barriere. Limitazioni insormontabili e ingiustificate, che danno luogo a disuguaglianze, ingiustizie e persecuzioni.
L’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce il principio dell’uguaglianza tra le persone, impegnando lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscano il pieno raggiungimento. Ma nei confronti di milioni di stranieri questo principio è disatteso.
Noi, uomini e donne che consideriamo l’uguaglianza valore fondante di ogni democrazia e la decisione di persone di origine straniera di diventare cittadini/e italiani/e una scelta da apprezzare e valorizzare, siamo convinti che la battaglia per il riconoscimento dei diritti di ogni individuo sia decisiva per il futuro del nostro Paese. Tutti e tutte dobbiamo assumercene la responsabilità e operare perché l’Italia sia più aperta, accogliente e civile, ricordando che la Convenzione europea sulla Nazionalità del 1997 già chiedeva agli Stati di facilitare l’acquisizione della cittadinanza per “le persone nate sul territorio e ivi domiciliate legalmente ed abitualmente”.
I fatti recenti di Torino, Firenze e Roma dimostrano che sono ancora presenti, e forse accresciuti in tempi recenti, fenomeni di pregiudizio razziale sia a causa di una propaganda che vede nello straniero e nel diverso una minaccia anziché una opportunità, sia a causa della crisi economica perdurante che acuisce la sensazione di insicurezza in vasti strati della popolazione e ci mettono di fronte alla grande responsabilità di diffondere la cultura dell’integrazione e dell’inclusione da contrapporre alla cultura della disgregazione e dell’esclusione.
Come istituzione locale, il Cònsiglio Comunale di Castelfidardo intende svolgere il ruolo che gli compete per costruire un futuro di convivenza, giustizia e uguaglianza in cui a ogni individuo che nasca e viva nel nostro Paese sia consentito di essere a tutti gli effetti cittadino/a italiano/a.
Comune di Castelfidardo