29 Giugno 2012
Imposta municipale propria: Imu. Tre innocue letterine dell’alfabeto per produrre la più grande contraddizione finanziaria che si ricordi. Perché di municipale ha ben poco: è l’ennesima tassa che si intasca lo Stato, lasciando ai Comuni il ruolo di brutali esattori e la beffa di apparire più o meno virtuosi nella misura in cui fanno leva sulla revisione delle aliquote base. Fra le tante incertezze normative, la nostra Amministrazione ha comunque cercato di “limitare” i danni sulle tasche dei cittadini e di salvare i servizi. Le scelte operate in materia fiscale – che hanno avuto a monte una condivisione con le organizzazioni sindacali e di cui ci fa piacere l’apprezzamento dell’opposizione, che si è astenuta in al momento del voto – hanno cercato di non far lievitare la pressione e di proteggere le fasce deboli. L’unico criterio perseguibile era far pagare chi più ha e per questo motivo si è preferito aumentare l’Imu che ha carattere patrimoniale, anziché spingere sull’addizionale comunale Irpef anche se il gettito di quest’ultima sarebbe stato più certo, colpendo alla fonte il reddito da lavoro. E a proposito di Irpef, per la prima volta abbiamo esentato dal pagamento i redditi fino a 10.000 euro annui, applicando l’aliquota massima a quelli veramente elevati. Quanto ai calcoli dell’Imu, siamo partiti dal presupposto che nel nostro Comune le rendite catastali sono particolarmente basse, ragion per cui l’incremento non andrà ad incidere sull’abitazione media che continua ad essere esentata o comunque a pagare cifre modiche mediamente inferiori all’ex Ici, ma andrà invece a gravare sulle abitazioni più grandi e prestigiose e per quelle unità immobiliari non locate simbolo di “benessere”. Si è cercato inoltre di non appesantire ulteriormente le attività produttive industriali, artigianali, commerciali ed agricole, quei settori cioè che danno la connotazione “industriale” al nostro territorio ed hanno bisogno di sostegno affinché continuino a far girare l’economia e l’occupazione. E’ rimasto comunque aperto un interrogativo che solo con il gettito della prima rata scaduta il 18 giugno scorso riusciremo a chiarire. Col passaggio dall’Ici all’Imu, il Ministero dell’economia ha presunto un maggior introito per le casse comunali di oltre 507 mila euro, già portate in detrazione dei fondi Statali che avremmo dovuto ricevere. Al nostro ufficio tributi, alla pari di tante altre realtà comunali, risulta una stima nettamente inferiore. Ma in quadro confuso, che non a caso ha portato ad una proroga dei termini tale per cui gli Enti Locali possono presentare il bilancio addirittura entro il 31 agosto, siamo comunque soddisfatti di avere impostato e approvato il nostro nei giorni scorsi, nella speranza di non dover portare correttivi a settembre.
Comune di Castelfidardo