18 Ottobre 2016
Una giornata grigia nei colori autunnali ma viva nelle emozioni e nei contenuti. Una folta delegazione della Gendarmeria Vaticana ha omaggiato stamattina i caduti della Battaglia di Castelfidardo del 1860 deponendo – per la prima volta nella storia – una corona d’alloro nel Sacrario Ossario ed offrendo poi in Auditorium San Francesco le potenti note della fanfara in alta uniforme. La suggestiva e solenne cerimonia fortemente voluta dal colonnello D’Amico si è svolta alla presenza del cardinale Edoardo Menichelli, delle autorità comunali e delle scolaresche dei tre Istituti cittadini. “Fratellanza” e “unione” i valori emersi in tutta la loro attualità dinnanzi a un luogo della memoria fortemente evocativo, un simulacro ove riposano vincitori e vinti con pari dignità. Quell’evento bellico rivelatosi cruciale nel processo risorgimentale, militarmente non andava combattuto per la sproporzione delle forze piemontesi in campo rispetto alla truppe dello Stato Pontificio ma andava risolto politicamente. Nonostante l’elevato numero di soldati coinvolti provenienti da 20 nazioni, le perdite furono limitate (154 caduti, tra cui anche rappresentati del corpo dei carabinieri pontifici) e memorabile fu la lezione successiva. A quegli uomini che diedero la vita per ideali diversi venne risparmiata un’anonima sepoltura grazie a una raccolta popolare che portò alla realizzazione del Sacrario, completato nel 1870. “La storia è fatta da grandi gesti di impegno sociale”, ha rimarcato S.E. Menichelli invitando a sentirsi sempre “fratelli” di uno stesso Dio e a bandire dal vocabolario termini come “clandestini” o “immigrati”. “Celebriamo non solo i caduti ma l’unione dei popoli di cui dobbiamo essere parte attiva ogni giorno”, ha aggiunto il sindaco Roberto Ascani che ha ricevuto dal colonnello D’Amico la medaglia commemorativa per i 200 anni del corpo di gendarmeria vaticana preposto alla sicurezza del Pontefice e la promessa di rendere periodica la visita a Castelfidardo.
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Comune di Castelfidardo