15 Settembre 2012
Un Monumento unico e originale, non solo per ciò che rappresenta ma “come”. E’ il più imponente fra quelli di tipo commemorativo e si distingue per la forma innovativa, la prospettiva quasi cinematografica che pone sullo stesso piano le oltre 30 figure di soldati e il condottiero, il generale Enrico Cialdini a cavallo che indica con il dito puntato il luogo della battaglia o, più epicamente, il percorso verso l’Unità d’Italia. Il Monumento Nazionale delle Marche compie cento anni, che la città ricorda domenica con la cerimonia istituzionale in programma in mattinata (dalle 10.30, raduno e corteo dalla Cancellata degli allori, deposizione corona d’alloro, orazione del prof. Gilberto Piccinini, inaugurazione del parco scultoreo con il busto a Mazzini realizzato dall’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo e concerto del complesso filarmonico) e la suggestiva rievocazione storica del pomeriggio. Dalle 16, si susseguiranno le visite guidate, il gran ballo del centenario in rigorosi abiti d’epoca a cura della società di danza di Ancona con quadriglie, valzer, mazurke, polke e galop accompagnate dalle note immortali di Strauss, e la degustazione di cibi di una volta. Un programma sobrio e rispettoso, che si inchina davanti alla storia. L’idea di erigere il Monumento ai Vittoriosi in corrispondenza del cinquantenario della battaglia del 1860, fu lanciata nel 1902 ed ebbe un forte impatto: il presidente del comitato promotore, conte Ernesto Garulli, affinchè si usassero materiali di ottima qualità, lanciò una sottoscrizione durata dodici anni alla quale parteciparono lo Stato e i Comuni i cui Stemmi sono tuttora conservati nel Salone del Municipio. Furono impiegati circa 150 quintali di bronzo e quasi 6000 quintali di travertino d’Ascoli e ci vollero quasi due anni per la fusione, il trasporto e la messa in opera delle varie componenti sulla sommità del Montecucco, una zona verde dove prima sorgeva una casa colonica e la chiesetta di Sant’Anastasio. Lo scultore che vinse la gara – il veneziano Vito Pardo – né impiego dieci per portarla a termine e molto di questo tempo lo trascorse ospite del cav. Paolo Soprani, sindaco della città. Vito Pardo modellò il Monumento in grandezza naturale nel cortile di Castel S.Angelo a Roma dove fu visitato anche dal Re e dalla Regina d`Italia: quel bozzetto è ancor oggi esposto al “Museo Centrale del Risorgimento” al Vittoriano di Roma ad evidenziare l’importanza dell’opera e della Battaglia di Castelfidardo nel processo unitario.
Narrano le cronache che l’inaugurazione – solennemente celebrata il 18 settembre 1912 con il lancio di 500 colombi – slittò di due anni a causa dei ritardi del “fonditore di Pistoia”, ma fu preceduta nell’agosto di cento anni fa dal collaudo della cabina telefonica che collegava per la prima volta Castelfidardo ad Ancona e al resto d’Italia, permettendo così anche ai cronisti di fare il loro lavoro…
Comune di Castelfidardo