5 Ottobre 2010
Monte Camillone: ricominciamo?
Da giornalista mi fa sempre un po’ sensazione vedere come una “non notizia” possa scatenare comunicati e prese di posizione. E’ successo per l’ennesima volta in merito all’area Monte Camillone. Che lì ci si possano realizzare delle attività commerciali è risaputo dal 1982 quando l’allora amministrazione di centrosinistra destinò quello spazio a “zone espositive e commerciali”.
La stessa destinazione venne poi confermata dalla Regione nel 1993 prevedendo solo una fascia di rispetto lungo fosso Rigo. Nei giorni scorsi un articolo sulle pagine di un quotidiano locale, frutto di un libero approfondimento giornalistico, ha fatto di nuovo scatenare il coro dei “no” al centro commerciale di Monte Camillone (tornando per altro a fare enorme confusione con il ben diverso significato di “parco”), con tanto di protesta scritta delle associazioni di categoria e dei partiti di opposizione (guarda caso gli stessi che allora votarono quella scelta).
La non notizia, come dicevo, sta nel fatto che in quell’area tutto è fermo ormai dal dopo alluvione e lo resterà almeno fino a quando la Regione bonificherà fosso Rigo. Solo allora (e passerà sicuramente molto tempo) si potrà tornare a parlare di edificabilità. Ma in questo passaggio il Comune, lo abbiamo scritto milioni di volte, potrà fare ben poco per impedire la realizzazione di un outlet (previsto non per un artifizio di questo ente ma per le vigenti leggi regionali in essere nel settore del commercio). Infatti, giurisprudenza alla mano, la legge tutela i proprietari dell’area come diritto acquisito di proprietà ed edificabilità essendo in essere da oltre venti anni. Se questo Comune avesse solo voluto oggi togliere quella destinazione d’uso datata appunto 1982, avrebbe esposto l’ente ad una causa milionaria, fra l’altro persa in partenza.
E questo le associazioni di categoria lo sanno da sempre. Come sanno che l’area di Monte Camillone è stata una delle prime ad avere la destinazione commerciale. Se lo stesso zelo e la stessa attenzione di oggi fossero state applicate in passato anche per il resto della zona sud, forse non staremo ora a prenderci lezioni fuori luogo da nessuno.
La non notizia, come dicevo, sta nel fatto che in quell’area tutto è fermo ormai dal dopo alluvione e lo resterà almeno fino a quando la Regione bonificherà fosso Rigo. Solo allora (e passerà sicuramente molto tempo) si potrà tornare a parlare di edificabilità. Ma in questo passaggio il Comune, lo abbiamo scritto milioni di volte, potrà fare ben poco per impedire la realizzazione di un outlet (previsto non per un artifizio di questo ente ma per le vigenti leggi regionali in essere nel settore del commercio). Infatti, giurisprudenza alla mano, la legge tutela i proprietari dell’area come diritto acquisito di proprietà ed edificabilità essendo in essere da oltre venti anni. Se questo Comune avesse solo voluto oggi togliere quella destinazione d’uso datata appunto 1982, avrebbe esposto l’ente ad una causa milionaria, fra l’altro persa in partenza.
E questo le associazioni di categoria lo sanno da sempre. Come sanno che l’area di Monte Camillone è stata una delle prime ad avere la destinazione commerciale. Se lo stesso zelo e la stessa attenzione di oggi fossero state applicate in passato anche per il resto della zona sud, forse non staremo ora a prenderci lezioni fuori luogo da nessuno.
Mirco Soprani
Comune di Castelfidardo
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