19 Settembre 2010
A suo modo, anche quella scritta oggi è una pagina meritevole di ritagliarsi un posto nella memoria storica. Una partecipazione popolare straripante, una parata di autorità civili e militari, una degnissima cornice offerta da una città tirata a lucido sotto il segno del tricolore, ha accompagnato il corteo istituzionale e la solenne cerimonia al Monumento Nazionale delle Marche, momento apicale delle celebrazioni per il 150° anniversario della battaglia. Un serpentone di cinque-seimila persone (stima forse in difetto) ha sfidato i nuvoloni snodandosi dalla centrale piazza della Repubblica verso il Parco in un luccicare di bandiere, labari e divise, marciando al ritmo delle note dei bersaglieri e della banda cittadina: scolaresche festanti, suggestivi gruppi in costume d’epoca, decine e decine di gonfaloni a rappresentare Enti, Comuni, associazioni di volontariato e forze dell’ordine: ben 92 sezioni di carabinieri provenienti da tutta Italia in un’ideale abbraccio tra nord e sud vissuto fuor di ogni retorica. Un colpo d’occhio straordinario che con rispettoso ossequio del protocollo ha circondato il gruppo bronzeo del Vito Pardo eretto nel 1912 per volontà di tutti i Comuni delle Marche a ricordo di quella tappa fondamentale nel processo identitario dell’Italia e della regione, che proprio dopo quel 18 settembre 1860 assunse la sua definitiva denominazione. Particolarmente emozionato il Sindaco Mirco Soprani, piacevolmente sorpreso dagli attestati di stima dei “colleghi” degli altri Comuni (il Sindaco di Ancona Fiorello Gramillano ha battuto tutti presentandosi al Palazzo Municipale con un’ora di anticipo) e dalla entusiastica risposta della città. «Non è un caso che fra i “luoghi della memoria” per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, dopo Quarto e Marsala si arrivi a Castelfidardo. Proprio qui l’Unità fu perseguita e conseguita attraverso le confluenze di diverse visioni, strategie e tattiche, iniziative politiche e azioni militari. Fu davvero una combinazione prodigiosa che risultò vincente. Ed oggi – ha detto Soprani – in un periodo di incertezze, torniamo a lanciare un messaggio forte di unità, di credo nelle istituzioni e nei valori che questa folla ci dimostra quanto siano attuali e vivi». Gli interventi del generale Tito Baldo Honorati (ispettore regionale Anc) e del comandante Nazionale gen. Libero Lo Sardo, hanno ribadito il legame fra «la storia d’Italia e quella dell’Arma», passando attraverso l’aneddoto relativo alla partecipazione di alcuni Carabinieri alla spedizione dei mille. Per voce del vice-prefetto aggiunto Simona Calcagnini, è invece giunto il saluto del Ministro per le politiche europee Ronchi, un appello “a rinnovare il patto fondativo della Nazione, ripartendo dall’Italia unita come bene e patrimonio condiviso che nasce prima del federalismo e senza il quale la rivendicazione di una qualsiasi autonomia non avrebbe senso”. «Sono colpita e commossa da questo grande pellegrinaggio laico – ha aggiunto la dott.ssa Calcagnini – che richiama la responsabilità personale a costruire una società giusta e indivisa». Dal delegato della Regione Gianluca Busilacchi e dall’assessore provinciale Carlo Maria Pesaresi, parole ulteriori di elogio per una manifestazione che al di là degli schemi ha riunito il cuore di tante persone: «solo i comportamenti individuali possono restituire dignità alla politica» – ha detto Pesaresi – e «solo un progetto di riforme serio – ha aggiunto Busilacchi – può essere la base ideale in cui anche il federalismo si inserisce come strumento di progresso sociale ed economico». A concludere, l’orazione del prof. Gilberto Piccinini, che ha sottolineato come il convegno internazionale organizzato ieri nel contesto di un programma d’alto profilo abbia sancito il sacrosanto “diritto” della battaglia di Castelfidardo a rientrare a pieno titolo nelle pagine dei libri di storia. La deposizione della corona d’alloro ai caduti e gli onori resi alla bandiera del 168° reggimento bersaglieri hanno completato una cerimonia dai grandi contenuti.
Comune di Castelfidardo